Sofferenze bancarie: conseguenze e spiegazione

Alla scoperta di sofferenze bancarie e incaglio bancario

Il mancato pagamento di un debito verso la banca, se prolungato nel tempo, porta ad inevitabili conseguenze, di cui le più estreme sono quelle che si verificano nei casi di sofferenze bancarie.Sofferenze bancarie

Il timore maggiore quando si accende un mutuo o si richiede un prestito è quello di non riuscire a saldare più le rate. Per tanti rimane un’ipotesi, ma per molti l’incubo diventa realtà. Quando questo accade, si finisce in quella che si definisce sofferenza bancaria. Si tratta di un meccanismo non immediato, ma quando si verifica comporta conseguenze di non poco conto. Si tratta, in sintesi, dell’impossibilità ormai inevitabile da parte del debitore di estinguere il suo debito.

In questo articolo vedremo nel dettaglio tutte le conseguenze delle sofferenze bancarie e cercheremo di capire se e quale rimedio ha il debitore o come agisce la banca. Trattando questo tema non si può non parlare anche dell’incaglio bancario, espressione che indica la difficoltà temporanea del debitore a pagare le rate.

Un argomento complesso e delicato, di cui cercheremo di offrire una spiegazione chiara quanto più possibile dettagliata.

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    Sofferenze bancarie e incaglio bancario: cosa sono?

    Come abbiamo già annunciato, quando una banca rileva che il suo cliente non è in grado di rientrare nel pagamento delle rate di un mutuo, di un finanziamento o di un prestito, né per il presente né per il futuro, lo segnala per sofferenza bancaria.

    Deve trattarsi di una situazione che si protrae già da tempo, per far fronte alla quale la banca si è già attivata con richiami e tentativi per mettere il debitore nella condizione di restituire la somma dovuta.

    La banca deve dimostrare che la situazione economica raggiunta dal suo cliente sia tale da non poter porvi rimedio e che è anzi prossimo al fallimento.

    Prima di dichiarare il cliente in sofferenza bancaria, la banca, accertata la difficoltà a pagare, avvia una serie di richiami in cui chiede al debitore di rientrare di parte o di tutta la somma dovuta. Una fase precedente, dunque, a quella di sofferenza bancaria, che prende il nome di incaglio bancario.

    In genere la banca concede dai 10 ai 14 mesi di tempo al debitore per saldare le somme o regolarizzare i pagamenti.

    In questa fase, la banca segnala il debitore alla Centrale dei Rischi, un istituto in cui sono custodite a livello nazionale tutte le informazioni relative ai rapporti tra istituti di credito e privati.

    Questa prima segnalazione, tuttavia, non compromette ancora del tutto i rapporti del debitore con le altre banche.